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  • Immagine del redattoreStefania Lusetti

Ricordare di dimenticare

Aggiornamento: 23 mag



(Secondo racconto semiserio sulle rimpatriate)

"Sono già passati dieci anni? Dai, non ci credo."

Il suo sorriso ebete rimase acceso per secondi interminabili, mentre i suoi occhi si spostavano come palline da tennis dal mio viso al mio seno abbondante. Non avevo mai iniziato a sorridere, ma a lui sembrava non importare.

Il mio sguardo glaciale non sortiva alcun effetto. Probabilmente, per lui, il mio petto era più espressivo di qualsiasi mimica facciale.

"Sei sempre la stessa."

"Anche la taglia del mio reggiseno è sempre la stessa", ribattei.

Ragliò nel suo solito modo disgustoso che nessuno al mondo avrebbe potuto scambiare per una risata.

La bionda al suo fianco continuava a masticare concitatamente un chewing gum, mentre mi osservava con lo stesso interesse che avrebbe mostrato per un cactus.

"Vedi ancora Cristina?"

Il mio cervello cominciò a censire le persone di nome Cristina conosciute nel corso della mia vita e associarle all’idiota di fronte a me, ma la mia bocca decise autonomamente di mentire.

"E’ andata a vivere a Houston."

"A Houston? Incredibile. Ma che lavoro fa?"

Cominciai a divertirmi.

"Ti dice niente 'Houston abbiamo un problema'?"

"Ma dai. Lavora alla NASA? Non ci posso credere."

A quante cose non riusciva a credere?

"Certo. Non so dirti di cosa si occupa, ma ha fatto il grande salto."

Naturalmente non conoscevo nessuna Cristina che si fosse allontanata per lavoro dalla propria regione.

"E tu? Cosa fai ora?"

Inappropriato chiedere cosa facessi ora, considerato il fatto che non sapeva cosa avessi fatto prima.

"Cinecittà." Finalmente i suoi occhi si bloccarono sui miei e la sua bocca rimase chiusa "Aiuto regista."

Se avessi riflettuto un secondo in più, mi sarei autopromossa regista, ma per come stavo mentendo, sarei stata anche un’ottima attrice.

"Fantastico", la sua voce era scesa di parecchi decibel, mise il braccio intorno alla vita della biondona e mi salutò senza indagare oltre.

"E’ stato un piacere rivederti. Alla prossima."

Mi girai e mi ritrovai di fronte all’ennesimo ex compagno di classe.

Un altro Natale, un’altra inutile rimpatriata per ricordare di dimenticare il passato.


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