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La tua risposta al mondo



Tre discipline, tre ammissioni alle finali di campionato, tre gare in cui hai salvato il salvabile.

Da aprile lamentavi una posizione errata, una mancanza di confidenza nei confronti dei tuoi attrezzi. Hai tentato di fare il possibile per trovare una quadra che non è mai arrivata.

E poi c’erano loro: i grandi vecchi che con i loro settant’anni suonati ti dicevano dove sbagliavi, loro che ad altro non hanno mai ambito che a un buon piazzamento nei trofei della salamella.

Dopo le tue gare hanno cercato i tuoi risultati, li hanno commentati e criticati.

Ti hanno riempito di informazioni inutili e fuorvianti facendoti sentire uno che non può aver nessun futuro in questo sport, se non un posto al solito trofeo della salamella.

Forse i loro consigli sono giusti, ma è facile gridare dagli spalti “quel goal l’avrei fatto anch’io”.

Solo tu sai le corse dopo scuola per andare a sparare i soliti cento colpi in poligono, con il ronzio di sottofondo di chi ti guardava come gli "umarell" osservano i cantieri stradali.

“Io avrei fatto”, “non vedi che non si fa così?”.

Una volta sei tornato a casa piangendo per la rabbia, maledicendo la tua educazione e rimpiangendo la capacità di rispondere a tono a chi aveva superato il limite.

Quel limite era già stato oltrepassato anni fa da un altro “grande vecchio”, rincoglionito aggiungerei io, quando, guardandoti dalla testa ai piedi, aveva scosso il capo aggiungendo che con te ci sarebbe stato troppo lavoro.

“Non vale la pena” era la frase che aveva avuto la decenza di non aggiungere.

Eppure tu, un paio d’anni dopo gli hai risposto silenziosamente con le solite tre qualificazione, le convocazioni in nazionale juniores e una medaglia assoluta con un punteggio che i ragazzi di quest’anno non sono riusciti a eguagliare.

Tanta amarezza in un ambiente troppo piccolo per farcela stare tutta.

Ora riposati. Fra due settimane ti aspettano altre gare e tu sarai uno dei pochi che si farà 300 chilometri per tentare, ancora una volta, di capire dove sbagli, come sistemare quel collo troppo lungo su quell’attrezzo che ti sta accompagnando da anni e che ti ha regalato tante gioie e altrettante delusioni.

Questa sarà sempre la tua risposta al mondo.


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