Nel 1963 il regista italiano Dino Risi diresse il film a episodi, attualmente selezionato fra i 100 film italiani da salvare, “I mostri”. Nel 1977 lo stesso Risi, insieme a Mario Monicelli ed Ettore Scola replicarono con “I nuovi mostri”.
I titoli di entrambi i film si riferiscono ai “mostri” generati dalla società, mettendo in scena individui che adottano comportamenti assurdi, manifestano aspetti negativi e incarnano le ipocrisie dell’umanità
Similmente il regista argentino Damian Szifron, quasi quarant’anni dopo, confeziona il suo “Storie pazzesche” (Titolo originale “Relatos Salvajes” ovvero racconti selvaggi).
Come i due film italiani, si tratta di una pellicola antologica composta da sei racconti con denominatore comune la vendetta.
I protagonisti di “Storie pazzesche” si ritrovano, più o meno volontariamente, ad affrontare momenti stressanti e spesso insormontabili, costringendoli a prendere decisioni estreme e grottesche.
Nella pellicola argentina, però, il confine fra carnefice e vittima si dissolve, portando lo spettatore a comprendere, anche se non giustificare, le azioni eccessive generate dal contesto.
Il film, ottimamente diretto e interpretato, è caratterizzato da elementi di suspense, critica sociale e umorismo nero.
Fra i produttori figurano Pedro e Augustin Almodovar e la colonna sonora è stata affidata a Gustavo Santaolalla, famoso per le composizioni di film come “Brokeback Mountain”, “Babel” e la più recente serie televisiva “The last of us”.
Questa pellicola è reperibile a noleggio su alcune piattaforme di streaming.
Naturalmente consiglio anche la visione de “I mostri” e “I nuovi mostri”.